Questo lunedi mattina si apre con un articolo molto interessante che ho ricevuto da una delle tante mailing list alle quali sono iscritto. Ecco il titolo:
A luglio, esausta, mi sono trasferita a Berlino” (grazie Italiansinfuga).
Sembrava l’ennesima storia di una partenza, e lo era anche, tuttavia  c’era qualcosa in più, c’era anche quella piccola malinconia che ti resta amica dal momento in cui passi il primo metal detector con un biglietto di sola andata verso la tua nuova vita; la stessa provata un anno e mezzo fa. Essendo l’essesimo racconto di un viaggio di sola andata, mi son fermato a pensare un momento.
Questa sensazione di malessere è normale se si parte “obbligati” da un qualcosa: in passato erano le guerre (almeno per noi si parla di passato) oppure le grandi carestie. Ora invece c’è un Paese, vecchio e per vecchi, un luogo che chiami casa ma dove gli stessi abitanti più benestanti e vecchi, provano a farti dimenticare, dove i giovani son troppo giovani per parlare e troppo vecchi per cercar lavoro. E’ veramente una piccola sensazione quella malinconia, parti e tutti iniziano a chiederti “quando torni”, parti e nessuno ti chiedeva “di che hai bisogno per restare”, parti vedendo i vecchi darti del giovane e i vecchi andare con le giovani, parti desiderando solo di trovar una casa così grande da poterci mettere tutte le persone che veramente valgono e che sono così miseramente sfruttate in quel Bel Paese che come ogni cosa bella, non può essere cosi reale. E infatti non lo è.

Esci e scopri un’Europa fatta di europei che ridono e scherzano sui nostri usi e costumi, ma lo senti che dentro c’è un po’ di invidia, di malinconia dal loro ultimo viaggio in Italia, ti accorgi che non è il tuo accento che ti fa sentire diverso quando parli inglese, francese, tedesco, spagnolo..il tuo accento è anzi un marchio a Denominazione d’Origine Protetta. Il tuo accento gli fa capire che anche di Italiani in gamba ce ne sono, con i loro pregi e i loro grandi difetti, e con un Paese con delle qualità che altri difficilmente possono avere. Un Bel Paese, ma ormai oltre la data di scadenza.

Non è vero che fuori siamo visti male, come non è vero che dentro vediamo tutti quelli fuori male. Basta condividere e raccontare. Raccontare: una delle cose che abbiam perso di vista per pigrizia, lasciandoci raccontare storie da una TV immobile, piuttosto che condividerle con persone reali.
Non so, io per ora mi trovo bene, non troppo lontano, non troppo vicino. Prima era bellissimo, ora è differentemente bello e affascinante. Il biglietto di ritorno? Presto o tardi chi lo sa.

Sarebbe bello vedere la ripresa nella testa delle persone, prima che dai conti di pochi che ci tengono drogatamente tranquilli.

Resto sempre dubbioso tra l’ammettere “Ok han vinto loro e perso noi” e “Finchè non mi avranno, non possono dire di aver vinto veramente”.
Ok discorsi strani di un lunedì mattina che va un po’ così, aspettando un “Ritorna” piuttosto che un ennesimo “Vattene“!